Luca Sarnacchiaro, Sales Manager Normal Trade di Altromercato, è convinto che l’attenzione alle persone sia un valore che tutte le aziende devono porre al centro del proprio operato.
Altromercato è una delle principali realtà di commercio equo e solidale in Italia. Il rispetto delle persone è tra i valori più importanti per il brand, che lo mette in pratica sia nelle relazioni con l’esterno, sia verso i propri dipendenti. Ne abbiamo parlato con Luca Sarnacchiaro, Sales Manager Normal Trade di Altromercato.
Di cosa si occupa Altromercato?
Altromercato è la più grande realtà di “commercio giusto” in Italia e una delle principali al mondo. Da oltre trent’anni costruiamo filiere etiche e oggi siamo un’organizzazione formata da oltre 80 soci e più di 200 negozi a marchio, in grado di gestire rapporti con 140 gruppi di produttori in oltre 40 paesi, nel Sud e nel Nord del mondo.
Ci facciamo garanti di un modo di coltivare la terra e di produrre prodotti che rispetti le persone e il pianeta, attraverso il modello del commercio giusto e la cooperazione internazionale. Proprio per costruire un’economia più sostenibile proponiamo prodotti alimentari, come cioccolato, caffè, zucchero, banane, cosmesi naturale e oggetti di artigianato etico per la casa e le ricorrenze che provengono da filiere sostenibili. Abbiamo addirittura una business unit che si chiama Made In Dignity per aiutare anche le grandi industrie alimentari a dar vita a progetti di Corporate Social Responsability e, attraverso l’acquisto delle sue materie prime (zucchero, caffè e cacao), partecipare alla costruzione di filiere etiche, dirette, partecipate, tracciate e sostenibili.
Oggi è un valore aggiunto per un’azienda prestare attenzione all’etica e alla sostenibilità?
Sicuramente sì, lo dice in maniera chiara e netta la legislazione europea prodotta negli ultimi anni e anche i requisiti e le certificazioni sempre più spesso richiesti alle aziende che intendono lavorare con le istituzioni e l’amministrazione pubblica. E forse, in maniera ancora più forte, lo dicono la rinnovata sensibilità e attenzione delle nuove generazioni sugli aspetti riguardanti l’ambiente e il rispetto dei diritti delle persone in ambito lavorativo, temi con cui soprattutto i più giovani ogni giorno debbono confrontarsi, in anni di crisi economica e, vorrei dire, ideologica.
Quali politiche porta avanti Altromercato nei confronti dei propri lavoratori?
Abbiamo innanzitutto l’enorme privilegio di essere parte attiva delle filiere che partono dai campi coltivati dai nostri produttori, negli angoli più remoti del mondo, e arrivano sino alle tavole dei nostri clienti in tutta Italia grazie alla rete delle nostre botteghe, alla presenza nelle principali catene della GDO e nei negozi specializzati. Di questo ogni lavoratore di Altromercato è ben consapevole: conoscere, partecipare e contribuire a realizzare quotidianamente un’economia più giusta, è di per sé un fattore di grande motivazione e orgoglio. Chiaramente è questa stessa consapevolezza che ci porta continuamente ad alzare l’asticella e a chiederci se, internamente, nell’organizzazione lavorativa che ci siamo dati, siamo coerenti con tutto ciò che è scritto nel nostro stesso DNA aziendale. L’aspetto più importante che mi viene in mente, rispetto a quanto avvenuto negli ultimi anni, è la grande attenzione che abbiamo dato ai cambiamenti nel modo di lavorare che sono intervenuti, a partire dal Covid in poi, nella vita di ognuno di noi. Tutti i lavoratori di Altromercato oggi sono dotati delle necessarie strumentazioni tecnologiche per essere completamente autonomi nel lavorare anche da casa e, recentemente, abbiamo confermato la volontà di favorire e integrare, sempre più, le pratiche di lavoro agile a prescindere dalla chiusura della fase sanitaria emergenziale che abbiamo vissuto. Oggi tanti nostri lavoratori continuano a lavorare prevalentemente da casa e siamo riusciti ad integrare bene questa necessità/opportunità con i necessari standard qualitativi e produttivi richiesti dall’azienda.
All’interno di politiche di welfare aziendale, qual è il valore aggiunto di una regalistica sostenibile?
L’attenzione alle persone, un valore che tutte le aziende dovrebbero porre al centro del proprio operato, trova un naturale arricchimento nella scelta di un dono giusto, equo e solidale. Crediamo che in un momento di festa come quello del Natale, in cui le aziende spesso condividono anche esperienze, storie, risultati raggiunti durante l’ultimo anno, poter condividere anche la scelta di un regalo realizzato in armonia con l’ambiente e nel rispetto delle persone che lo hanno prodotto sia una cosa molto bella e significativa.
C’è un filo conduttore molto importante che unisce i produttori, le filiere del commercio equo e solidale e le persone che lavorano in qualsiasi azienda: il desiderio di raggiungere obiettivi tangibili, economici e qualitativi, di miglioramento collettivo. Scegliere un regalo Altromercato significa, in due parole, dimostrare che questo obiettivo possiamo raggiungerlo insieme tutti i giorni, un passettino alla volta, con le nostre scelte personali e aziendali, nel rispetto della dignità umana e del nostro pianeta.
Qual è il rapporto di Altromercato con l’intelligenza artificiale? È già integrata nella vostra routine lavorativa?
Al momento l’utilizzo che ne facciamo è del tutto sporadico e legato a specifici progetti e analisi. Direi che su questo siamo ancora orgogliosamente “analogici”, nel senso che preferiamo arricchire il nostro vissuto aziendale con l’esperienza, la professionalità e le sensibilità autentiche e irripetibili delle persone con le quali lavoriamo e collaboriamo.