Luca Sartelli, People & Organization Executive Director di Cirfood: «Ascoltare le esigenze delle persone per garantire l’equilibrio vita-lavoro è prioritario».
Cirfood, con sede a Reggio Emilia, è un’impresa cooperativa della ristorazione collettiva. Con circa 12mila lavoratori è uno dei più grandi player del settore. Luca Sartelli, People & Organization Executive Director di Cirfood, ci ha raccontato come l’azienda gestisce e valorizza il proprio capitale umano.
Di cosa si occupa Cirfood?
Siamo un’impresa cooperativa attiva nella ristorazione collettiva, commerciale e nei servizi di welfare, attualmente attiva in 17 regioni italiane, in Olanda e in Belgio grazie al lavoro di 12mila persone, la vera forza della nostra impresa. Con oltre 50 anni di esperienza, la nostra attenzione è rivolta alla gestione di servizi di ristorazione per scuole, aziende, ospedali e strutture socio-sanitarie, offrendo soluzioni in grado di migliorare il benessere e la salute dei consumatori attraverso la nutrizione e programmi di welfare dedicati ad aziende che, come noi, hanno a cuore il wellbeing delle proprie persone. Forniamo dunque un servizio altamente strategico per il Paese, considerate le ricadute positive in termini di salute pubblica e opportunità lavorative ed economiche che crea.
Grande è l’attenzione dell’opinione pubblica verso i lavoratori delle società cooperative. Quali garanzie riservate ai vostri operatori?
Cirfood è un’impresa cooperativa di persone che offre servizi alle persone. Per questo abbiamo a cuore il loro benessere e la loro crescita professionale. In questo contesto esse rappresentano il nostro vantaggio competitivo sul mercato e per questo investiamo in percorsi di formazione per condividere conoscenza e cultura mediante la nostra Accademia. Al suo interno, infatti, implementiamo diverse metodologie formative, online e offline, come training on the job, e-learning e percorsi dedicati ai neoassunti. Anche nei periodi più acuti della pandemia, la nostra Accademia non ha interrotto le attività per dare modo alle nostre persone di essere al passo con le novità in termini di sicurezza sul posto di lavoro, di gestione delle materie prime ecc. Nel 2022, sono state erogate più di 100mila ore di formazione che hanno coinvolto circa 9mila persone; l’obiettivo è ora di continuare ad aumentare l’offerta formativa nell’anno in corso per permettere alle nostre persone di essere sempre in linea con le richieste del mercato e le tendenze del food.
Come vi assicurate i talenti?
Siamo consapevoli che il settore della ristorazione ha attraversato, di recente, momenti complessi acuiti dalle conseguenze della pandemia, dalla difficoltà nel reperire personale con una formazione a 360° e da una presa di coscienza da parte dei lavoratori circa una maggiore necessità di bilanciare vita privata e professionale. In questo nuovo scenario, a nostro avviso, è necessario un ripensamento dell’approccio al lavoro e all’attrattività del comparto, basato su un nuovo storytelling che avvicini i potenziali candidati e processi di organizzazione del lavoro coerenti con le esigenze delle persone. Per questo, continuiamo a essere vicini alle nostre persone e agli studenti, stabilendo sinergie anche con istituti alberghieri e scuole di alta formazione, nell’ottica di migliorare la nostra capacità di employer branding. Allo stesso tempo, proponiamo aggiornamenti sulle nuove tendenze del settore, a cui le aziende sono chiamate a adattarsi rapidamente per continuare a essere competitive.
Come riuscite a gestire al meglio le risorse umane?
Una gestione efficiente di 12mila risorse umane risulta un elemento cruciale. A questo fine, ci impegniamo a costruire attività e programmi formativi che ci consentano di valorizzare il nostro capitale umano e l’esperienza maturata. Inoltre, mappiamo percorsi di carriera e cerchiamo di utilizzare al meglio il ricambio generazionale, mediante il trasferimento di competenze da parte delle figure senior e tramite percorsi di sviluppo trasversali per accrescere un bacino di professionalità pronte a subentrare alle figure in uscita. Questo sistema di gestione, accompagnato da remunerazioni eque e trasparenti, ci ha permesso di raggiungere alti livelli di retention: il 40% del personale, infatti, supera i dieci anni di anzianità aziendale e questo è per noi il risultato più immediato e tangibile dell’efficacia delle politiche di gestione delle persone. Tutto ciò è reso, inoltre, possibile grazie a un ascolto sistematico dei bisogni delle nostre persone sia in termini di formazione sia in termini di equilibrio vita privata – lavoro.
Quali sono le tecnologie emergenti che ritiene siano cruciali per il settore delle risorse umane? Come le ha implementate nella sua organizzazione?
La tecnologia sta pervadendo ogni aspetto dei processi aziendali e di produzione dei nostri servizi, rappresentando un importante leva di crescita per il nostro mercato. Da un lato, gli strumenti innovativi implementati negli ultimi anni hanno consentito alla nostra impresa di essere più vicina alle persone. Ne sono un esempio, i corsi multimediali brevi che abbiamo messo a loro disposizione tramite una piattaforma virtuale per approfondire competenze specifiche e incentivare nuovi modi di apprendimento fruibili da qualsiasi luogo e in ogni momento. In parallelo, l’innovazione trova oggi applicazione nei processi di produzione, nelle fasi di logistica e nelle fasi di consumo. In questi anni, per esempio, abbiamo implementato sistemi di intelligenza artificiale all’interno della nostra piattaforma logistica e, successivamente, abbiamo avviato una misurazione e valutazione degli impatti degli stessi sulla sostenibilità ambientale e sociale. Da questo progetto, oltre a importanti risultati in termini di performance ambientale, sono emersi impatti positivi sulla qualità del lavoro per le persone di Cirfood e di cambio di mindset rispetto all’introduzione di sistemi di tecnologia avanzata.
Come si affronta l’inclusione e la diversità in ambito HR? Quali iniziative a suo avviso sono efficaci per promuovere l’inclusione sul luogo di lavoro?
Come anticipavo, le persone sono al centro del nostro agire, sia all’interno sia all’esterno dell’impresa. Sulla base di ciò, riteniamo che qualsiasi elemento di diversità possa essere un valore aggiunto apportato alla nostra cultura aziendale. In quest’ottica, favoriamo, con programmi concreti, l’occupazione femminile (all’87,9% nella nostra impresa) e la crescita delle carriere professionali delle nostre colleghe. Anche la presenza di generazioni diverse per noi rappresenta una leva cruciale che ci consente di mescolare l’esperienza a prospettive e conoscenze nuove, creando un sistema che ci consente di recepire i bisogni della società odierna a 360 gradi. Abbiamo anche avviato una partnership con l’associazione “Nondasola” per promuovere l’inserimento e la formazione di donne vittime di violenza. Grazie a questa collaborazione, a seguito di colloqui conoscitivi, abbiamo offerto diverse opportunità di stage, durante le quali le persone sono state formate e affiancate per l’acquisizione di specifiche competenze tecniche. Tutte le attività sono state realizzate con l’obiettivo di generare condizioni concrete affinché le partecipanti potessero avere i mezzi per provvedere a loro stesse e ai loro figli e di fornire ascolto e supporto.
Può condividere un esempio di situazione critica o complessa che avete affrontato, e raccontare come l’avete gestita?
Come ho anticipato, per il nostro settore e in particolare per la ristorazione collettiva, che non ha potuto diversificare sul food delivery, un momento particolarmente critico è venuto con la pandemia, con ricadute su tutto il biennio successivo. In questa fase si percepiva moltissima preoccupazione, oltre a un senso di indeterminatezza e instabilità che ha portato molte aziende a gestire accordi di uscite incentivate della loro forza lavoro, avvallate anche dalle parti sociali tramite appositi accordi previsti dalla normativa.
A distanza di pochi mesi la situazione è però cambiata in modo radicale: stiamo, infatti, vivendo un periodo drammatico di talent shortage di personale nel settore della ristorazione. Guardando indietro credo che la lungimiranza e la sensibilità avuta da Cirfood nel garantire stabilità occupazionale, anche tramite gli ammortizzatori sociali sempre anticipati dall’impresa, abbia ripagato, fidelizzando ancor di più le persone alla nostra impresa e limitando le problematiche legate alla difficoltà di attraction.