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Competenze green, in Italia richieste per 4,2 milioni di lavoratori

di Elisa Marasca
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L’ultima edizione della fiera Ecomondo ha sottolineato l’importanza crescente di skill specifiche nell’ambito della green e circular economy.

 

Dalla 26esima edizione di Ecomondo, manifestazione internazionale di Italian Exibition Group che si è svolta a Rimini, emerge un messaggio chiaro: le tecnologie a favore della circolarità sono pronte a rigenerare gli ecosistemi, purché siano sostenute da politiche improntate alla decarbonizzazione. Dalla bioeconomia alla blue economy, dalla trasformazione dei rifiuti in risorsa al recupero dei suoli, dalle bioenergie al monitoraggio ambientale, queste innovazioni si candidano a guidare un cambiamento significativo. Tuttavia, affinché la transizione ecologica si realizzi appieno, è importante agire anche sul versante occupazionale.

Project manager fotovoltaici, ingegneri e consulenti ambientali, energy manager e waste management expert, ma anche addetti alle vendite e alla sicurezza, manutentori elettrici e ingegneri informatici. Sono quasi 50 le professionalità richieste da 15 aziende dei più diversi settori della green economy quelle caricate nella piattaforma digitale di Ecomondo.

Man mano che i governi investono nella costruzione di economie verdi, infatti, le professioni dell’ambiente sono sempre più desiderate. Secondo dati Unioncamere-Anpal, in Italia nel 2022 competenze green come l’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale sono state richieste per circa 4,2 milioni di posizioni lavorative, pari all’81,1% della domanda.

Aggiornare le competenze come priorità

Inoltre, rispetto al totale delle offerte, le skill più specialistiche, di grado medio-alto, rappresentavano il 41,7%. Solo nel mese di maggio 2023, per esempio, secondo Unioncamere il mercato offriva 140mila posizioni lavorative a laureati e diplomati in discipline green. Numeri che danno la misura dell’urgenza della domanda da parte del mercato, che tuttavia fatica a trovare professionisti specializzati. Lo hanno confermato anche molte delle 1.500 le aziende, italiane ed estere, che hanno occupato tutti i 150mila metri quadrati della fiera. Tanto che l’aggiornamento delle competenze fa parte delle contenute nel pacchetto di 11 proposte prioritarie – per ridurre i costi e aumentare i vantaggi economici dell’economia di domani decarbonizzata, circolare e rigenerativa – presentate a una platea di oltre mille  imprenditori della green economy e approvate dal Consiglio nazionale della green economy il 7 novembre scorso.

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Photo: Canva / Kanchanachitkhamma

Le ultime quattro proposte, infatti, sono: rafforzare le imprese nazionali con un Piano nazionale di sviluppo delle filiere produttive per la transizione ecologica; aumentare la quantità e migliorare la qualità del lavoro e aggiornare le competenze; migliorare l’accesso ai finanziamenti e l’attrazione degli investimenti; potenziare la ricerca e l’innovazione. «Un maggiore impegno nelle misure per la transizione ecologica all’economia di domani potrebbe contribuire in modo decisivo al rilancio dell’economia italiana, a promuovere innovazioni e investimenti», ha detto Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. «Dalle semplificazioni a un quadro normativo più certo per la decarbonizzazione, da una riduzione dei costi energetici con un più forte sviluppo delle fonti rinnovabili, più economiche e più sicure alla penetrazione elettrica, da un rafforzamento della circolarità della nostra economia, ad un rafforzamento delle filiere industriali nazionali della transizione, potremmo promuovere il rilancio dell’economia italiana che invece, senza nuove prospettive, sta entrando in una fase di preoccupante stagnazione», ha avvertito.

 

Elisa Marasca

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