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Intelligenza artificiale e HR: l’Italia è seconda in Europa, ma c’è scetticismo

di Annarita Cacciamani
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In Italia il 28% delle aziende usa l’intelligenza artificiale (AI) per la gestione HR. Ma una ricerca condotta da SD Work rivela che un lavoratore su 5 è preoccupato dall’avvento di questa tecnologia.

 

L’intelligenza artificiale sta già rivoluzionando la nostra economia e la nostra società. In ogni suo settore, anche il mondo delle Risorse Umane. Sono molte infatti le aziende che hanno iniziato a investire in questo senso. A rivelarlo è una recente indagine europea condotta dal fornitore di servizi HR SD Work

Secondo lo studio, a febbraio 2024 un’azienda europea su tre risultava essersi già impegnata per introdurre l’intelligenza artificiale nel proprio spazio lavorativo, sebbene il progetto non rientrasse tra le prime cinque sfide HR dell’anno. 

L’Italia crede nell’intelligenza artificiale

L’Italia sembra essere una delle aree più interessate alle potenzialità evidenziate dall’AI in ambito HR. Se il quasi 34% delle aziende intervistate si vede d’accordo con l’avvento di un payroll pienamente digitalizzato ed automatizzato, nel frattempo: 

  • il 28% fa già uso di generative AI all’interno del processo, classificando l’Italia al secondo posto per impiego a livello europeo subito dopo la Polonia (33%); 
  • il 36% sta investendo per ampliare l’impiego della generative AI nella propria azienda; 
  • infine, il 45%, dato più alto in Europa, sta attivamente esplorando il potenziale della generative AI all’interno del posto di lavoro. 

Ma come viene o verrà impiegata principalmente l’AI all’interno del payroll e dei processi HR? Nel caso italiano, la classificazione degli impiegati (35%), data analytics, predictions (30%), rilievo e correzione delle anomalie (32%) sono gli utilizzi più apprezzati.

interna_Tom Saeys_COO di SD Worx

Tom Saeys

Un dipendente su cinque è preoccupato che l’AI lo sostituisca 

Sebbene la maggior parte delle aziende non consideri l’AI una sfida importante, i dipendenti ne sono preoccupati. Una persona su cinque tra quelle intervistate teme che l’AI generativa e altri tipi di AI si sostituiscano a un numero significativo di compiti, e quindi rimpiazzi il loro lavoro. Tra i responsabili delle risorse umane intervistati, inoltre, il 29% prevede che l’AI renderà superflue alcune tipologie di lavoro. Allo stesso tempo, più di sette dipendenti su dieci (73%) che utilizzano l’AI considerano questa tecnologia preziosa per il loro lavoro, affermando che li fa sentire molto più produttivi.

«L’intelligenza artificiale può creare un valore significativo, una maggiore efficienza, un servizio clienti più rapido o insight interessanti che possono essere utilizzati dai responsabili delle risorse umane», ha affermato Tom Saeys, COO di SD Worx, commentando la ricerca. «Trovare il giusto equilibrio tra una tecnologia come l’AI e supporto umano è essenziale. Per sfruttare appieno il potenziale dell’AI è necessario un approccio diverso, una continua riqualificazione professionale e un processo di apprendimento permanente, sia per le aziende che per i dipendenti». 

Annarita Cacciamani

Photo cover: Freepik / rawpixel.com 

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