Secondo molti studi gli italiani sono scontenti e molti non apprezzano la posizione lavorativa che rivestono, perché sono in cerca di un lavoro adatto alle proprie attitudini e percorso professionale.
La maggior parte dei dipendenti del mondo continua ad avere difficoltà sul lavoro e nella vita, con conseguenze dirette sulla produttività organizzativa. Lo ha rivelato un’indagine statistica realizzata da Gallup in merito all’apprezzamento da parte dei lavoratori del proprio lavoro. Ai primi cinque posti in classifica si trovano: la Romania (35%), la Macedonia del Nord (29%), l’Islanda (26%), l’Estonia, l’Albania e la Lituania (25%), e il Kosovo e la Lettonia (24%). L’Italia si posiziona al 37° posto su 38 Paesi europei.
Ma perché gli italiani sono scontenti?
Secondo l’indagine, il 46% degli intervistati si trova in una situazione di malcontento determinato dallo stress derivante da un lavoro poco apprezzato e da scarse leve motivazionali. Il malcontento dei lavoratori italiani è dovuto anche alle retribuzioni non adeguate al costo della vita, stimato in circa 1.500 euro al mese netti a persona. Inoltre, il sondaggio rileva una mancanza di ottimismo e di mobilità, determinata dall’impossibilità di poter cambiare lavoro o luogo, rappresentando un elemento di sfiducia verso il mondo del lavoro. Diversa è la situazione negli altri Paesi del Nord Europa. L’ottimismo è al 70% tra i lavoratori danesi, al 61% tra gli islandesi e al 60% tra i lituani: Paesi che offrono ai lavoratori interessanti opportunità di lavoro e reddituali, non solo per i giovani.
A proposito di giovani, una recente ricerca di Adecco, “La Gen Z nel mondo del lavoro”, realizzata su mille persone nate tra il 1998 e il 2005, ha rivelato i fattori che guidano la scelta del lavoro, cioè:
- lo stipendio: al primo posto con il 61% delle preferenze;
- un posto di lavoro in linea con gli studi e con un buon equilibrio tra vita e lavoro: con il 32% delle preferenze;
- flessibilità oraria, considerata irrinunciabile dal 30% degli intervistati.
Gli eventi degli ultimi anni (pandemia, guerra, cambiamento climatico e crisi economica) hanno quindi reso la Gen Z più cauta e con obiettivi a breve termine. Il lavoro dei sogni ha cambiato traiettoria: deve essere funzionale e permettere una buona qualità di vita. Il 42% degli intervistati ha dichiarato che cerca un lavoro che permetta di guadagnare abbastanza per poter vivere bene; per il 20% il lavoro ideale deve offrire opportunità di carriera e per il 17% deve dare la possibilità di coltivare le proprie passioni. Tuttavia, a bloccare la Gen Z sono le emozioni: il 68% prova preoccupazione, il 31% ansia, il 18% confusione, il 12% rassegnazione. Ma c’è anche un riscontro diverso da una parte degli intervistati: il 55% è ottimista e tenta tutte le possibilità, il 36% è spinto dalla curiosità, il 32% dall’entusiasmo.
Qual è il lavoro dei sogni?
Un’altra indagine condotta da Adecco rivela come gli italiani abbiano cambiato tendenza nella scelta del lavoro dei sogni rispetto a 10 anni fa. Il cambiamento è dovuto al periodo storico in cui viviamo, con la trasformazione della società e la mutazione dei percorsi professionali. Prime in classifica le professioni sanitarie e del benessere. La pandemia ha inciso molto su questa scelta: l’interesse verso la professione medica è cresciuto dell’85% e quella dell’infermiere del 39%.
Un vero boom con trend in crescita si registra per le professioni legate al benessere fisico e psichico: +148% per lo psicologo, +349% per il nutrizionista, mentre cala la professione del personal trainer del 5%. La professione di influencer è effettivamente cresciuta tra i desideri espressi del 505%.
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