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Marco Fattizzo: «La tecnologia nel mondo HR può diventare una leva di employer branding»

di Annarita Cacciamani
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La parola al direttore del master in Risorse Umane di Bianco Lavoro: «Essenziale comunicare i valori aziendali in modo chiaro e coinvolgente»

 

Marco Fattizzo, direttore del master in Risorse Umane della società Bianco Lavoro, non ha dubbi che la tecnologia abbia cambiato in modo radicale il mondo HR. Su questo tema, Fattizzo ha incentrato anche il suo intervento a Tech Jobs Fair, un evento che ha l’obiettivo di fare incontrare le aziende del mondo del Tech con professionisti e neolaureati del settore.

Di cosa si occupa all’interno di Bianco Lavoro?

Insieme alla mia socia Helena Hagan, abbiamo dato vita a Bianco Lavoro nel 2007. Da quel momento, ho avuto diversi ruoli nella società, ma ora mi occupo principalmente della direzione della parte Academy. Potete immaginarmi come il timoniere di una nave che assicura che tutto nella “scuola” aziendale vada nella giusta direzione, fornendo formazione di alta qualità e risorse preziose.

Quale ruolo gioca oggi la tecnologia nel settore delle risorse umane?

La tecnologia è diventata un vero e proprio game changer nel settore HR. Va oltre il semplice “fare le cose più velocemente”. Ti permette di connetterti con le persone in modi nuovi e innovativi, analizzare montagne di dati per prendere decisioni informate e personalizzare l’esperienza per ogni dipendente. In poche parole, la tecnologia sta trasformando il modo in cui le aziende attraggono, formano e conservano i talenti.

In un mondo ipertecnologico come può un’azienda presentarsi come un buon datore di lavoro? Quali sono le strategie di employer branding più utili?

Un’azienda deve dimostrare autenticità in un mondo così digitale. Non basta avere una bella pagina LinkedIn o post colorati su Instagram. La gente vuole vedere che l’azienda si preoccupa veramente di loro. Questo può tradursi in formazione continua, possibilità di crescita, flessibilità lavorativa e un ambiente lavorativo accogliente. Per quanto riguarda l’employer branding, è essenziale comunicare i valori aziendali in modo chiaro e coinvolgente, mostrare storie di successo dei dipendenti e dare un senso di appartenenza e comunità.

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Photo: Canva / studioroman

Come si affrontano l’inclusione e la diversità in ambito HR? Quali iniziative a suo avviso sono efficaci per promuovere l’inclusione sul luogo di lavoro?

L’inclusione e la diversità non sono solo parole di moda; sono fondamentali per un’azienda prospera. Nel mondo HR, ciò significa creare un ambiente dove ognuno si sente valorizzato e compreso. È essenziale formare il personale su questi temi, incoraggiare discussioni aperte e creare team diversificati. Iniziative come workshop, mentorship e partnership con organizzazioni che promuovono la diversità possono fare una grande differenza nel creare un ambiente inclusivo.

Come si crea una cultura aziendale condivisa?

Una cultura aziendale forte non nasce dall’oggi al domani. È il risultato di azioni e decisioni coerenti prese dalla leadership e condivise da tutti i livelli dell’azienda. Si tratta di stabilire valori chiari, comunicarli regolarmente e vivere secondo questi principi ogni giorno. La formazione, il riconoscimento e la celebrazione dei successi sono componenti chiave. E, naturalmente, l’ascolto: ricevere feedback dai dipendenti e agire di conseguenza è fondamentale per costruire una cultura condivisa e solida.

 

Annarita Cacciamani

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